Radioattività del radon
Il radon è un gas radioattivoIl radon (simbolo chimico-fisico 222Rn) è un gas radioattivo derivato dal radio: appartiene alla famiglia dei gas detti nobili, perché non si combina chimicamente, e rari, perché nell’atmosfera si trova in quantità normalmente trascurabili. E’ presente in natura nelle rocce (in particolare granito, porfido, tufo) e nei suoli e può provenire anche dai materiali da costruzione: chimicamente inerte, è incolore e inodore.
Quindi da qualsiasi roccia o terreno esce radon, che, essendo un gas, diffonde nell’atmosfera e lì si diluisce.
In ambienti sotterranei o in prossimità del livello stradale, non sufficientemente aerati, il radon può raggiungere concentrazioni in aria molto maggiori di quelle ordinarie. La radioattività del radon, se questo viene respirato a lungo, giungendo a contatto dei tessuti polmonari può danneggiarli, provocando l’insorgenza di tumori.
Per capire qual’è il rischio provocato dal radon per la nostra salute occorre capire il significato del termine radioattività:
un elemento si dice radioattivo quando i suoi atomi, anziché restare stabili, sempre uguali nel tempo, vanno incontro sponta-neamente a una modificazione, detta disintegrazione: ossia perdono un “pezzo”, più o meno pesante, e si trasformano in atomi di un altro elemento che può, a sua volta, essere radioattivo oppure stabile. Questa disintegrazione è spesso accompagnata da raggi gamma, che sono come dei raggi ultravioletti, ma con molta più energia.
I rischi per la nostra salute
Sia i raggi gamma che i “pezzi”, i quali sono detti particelle
alfa se pesanti e particelle beta se leggeri, attraversando la materia
vivente possono danneggiarne le cellule, con effetti immediati (ustioni,
dermatiti) o tardivi (leucemie, tumori, danni nelle generazioni successive)
: i danni indotti dal radon appartengono alla categoria dei danni
tardivi.
I danni tardivi sono difficili da comprendere al pubblico e quindi
particolarmente inquietanti: sono danni gravi, spesso mortali, e
di natura probabilistica.
Questo significa che, come succede per il fumo di sigaretta o per
i composti chimici che respiriamo quotidianamente per la strada,
non sappiamo se, esposti a un agente cancerogeno, effettivamente
ci ammaleremo oppure no. I danni tardivi sono effetti soggettivi
in una certa misura casuali: qualcuno si ammala, qualcuno no, qualcuno
si ammala per una dose bassa, qualcuno per una più alta. Questa è una caratteristica
intrinseca della malattia tumorale, che per sua natura è probabilistica.